L’arte, antidoto alla sofferenza
2022
Installazione, calchi del corpo in garza, 10×1 m
“L’arte è uno splendido, bellissimo, stupendissimo alibi che mi ha permesso di fare un sacco di cose”, afferma Federica Ferzoco, in un suo recente scritto, “L’arte mi ha sostenuta e difesa in situazioni in cui niente e nessu- no lo avrebbe fatto. Mi ha permesso di nascondere le mie debolezze. Ha coperto le mie stranezze. Quanto è ingenua la gente. Quanto è stata preziosa l’arte. Mi ha sempre difesa, tutelata, spalleggiata, incoraggiata. Chi sono gli artisti? Orfani adottati, tra i più fortunati. C’è chi si fa adottare da un aguzzino, come il gioco d’azzar- do, o dall’alcol o dalla droga. I più fortunati sono i figli adottati dall’arte”. Federica si ritiene proprio questo: una persona fortunata ad avere incontrato sulla propria strada l’arte, antidoto a un male di vivere che avrebbe potuto avere il sopravvento, antidoto alle molte difficoltà che si incontrano nella vita, antidoto alle tentazioni di rifugi più pericolosi e precari. L’arte chiede molto – chiede attenzione, dedizione, abnegazione, continua autocritica… – ma dona anche tantissimo e Federica, oggi artista affermata e sempre attivissima tra creatività e insegnamento, ha saputo coglierne le straordinarie potenzialità.
Lei lavora con la garza, il suo materiale feticcio, abbandonato solo talvolta per rapide incursioni nella cera- mica o altrove. La garza per lei significa trasparenza, leggerezza, ma anche presenza, allusione a una forma, molto spesso una forma umana. Federica piega la garza, la plasma, la trasforma. Modella le sue figure su persone reali, interagisce con i fruitori della sua opera, gioca con amici, conoscenti e collezionisti usandoli come modelli. Crea sculture che portano in sé la traccia della figura da cui sono state plasmate, la loro matri- ce; corpi che abitano gli spazi, si relazionano con gli ambienti, li abitano come anime sospese tra la realtà e il sogno, come apparizioni. Sono presenze silenziose, forse un po’ spiazzanti, ma non inquietanti né spaventose. Anzi: il loro incanto avvolge chi le guarda, con la loro serena immobilità.
Per la mostra negli spazi espositivi di Viganò Federica Ferzoco ha pensato a un’installazione site specific, co- struita con il coinvolgimento di alcuni studenti e studentesse delle scuole d’arte, di alcuni cittadini e visitatori. Un’opera tra installazione e performance, un’azione artistica pensata appositamente per il luogo.
Simona Bartolena (curatrice della mostra)
Biblioteca Comunale, Viganò