Sonno #7
Calco in Garza del corpo
cm. 200x100x24
Studio Museo Francesco Messina, Milano
L’altra metà della scultura
Marzo 2016
Per molti il sonno è quel momento della giornata che divide nettamente le attività del giorno dal riposo, come fatto meccanico, di pura inattività. Come dire il silenzio contrapposto al suono, al movimento del giorno.
Tuttavia quando “ascoltiamo” il sonno, cioè la qualità del nostro riposo, oppure ricordiamo un sogno, o riprendiamo coscienza al mattino, percepiamo che il momento del sonno ha una sua profonda realtà. È Importante, indispensabile a ristabilire l’energia che serve al nostro corpo materiale, ma anche per la sua psicologia, per la nostra parte più spirituale. Durante il sonno-sogno elaboriamo e sistemiamo i pensieri e le impressioni del giorno. Dormiamo bene se il mondo del giorno trova un suo accordo con le nostre profondità segrete, dormiamo male se non l’ha trovato. Ma la profondità del sonno fa emergere anche il nostro io “più reale”. Quello che dovremmo ascoltare, quello che contiene il nostro destino, le coordinate del nostro stare al mondo che l’accidentalità del quotidiano eclissa.
Molte tradizioni spirituali indicano con il sonno-sogno anche lo stato di veglia, sorta di illusione di un io separato dalle cose e dagli altri. Il mondo della veglia è quindi uno spettacolo scintillante ma vuoto che scompare quando l’io diventa reale. Il vero risveglio realizza un continuum tra sonno e veglia: si realizza la vita quando si muore alle illusioni del giorno. Il giorno diventa reale, ha le qualità del pensiero sottile. Dunque il sonno come apparenza della morte, dell’abbandono, della fuga dal giorno e dalle sue manipolazioni per risorgere alla chiarezza della mente. Il sonno eterno allora non è che la chiarezza eterna.
Il mondo non è che un ciclo di questi due momenti, una presenza e un’assenza, una concentrazione interna ed un’espansione esterna, e quindi la vita stessa non è che un alternarsi di vita e morte, in ogni istante. Non ha più presa su di noi, quando troviamo il coraggio di immergerci in questo ciclo senza più paura.
Aldo Strisciullo